PANORAMA DI NOTIZIE DALLA TERRA SANTA

A cura del Commissariato di Terra Santa di Puglia e Molise

Convento Madonna della Vetrana - 70013 Castellana Grotte (BA)

 

Aprile 2004                                                                         n.6

 

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1.- Cosa significa la mancanza di libert nella propria terra, la fatica di raggiungere il posto di lavoro, se fortunatamente si lavora

         Lo comprendiamo da Siham quando al mattino arriva stravolta al Baby Hospital. Siham infermiera, abita ad Hebron, a circa 20 Km da Betlemme, ma praticamente lontanissimo. In un tempo cos difficile per la popolazione palestinese, Siham fa qualsiasi sforzo per raggiungere il nostro ospedale. Soffre di artrite reumatoide e di emicrania, le sue mani sono spesso gonfie e pesanti, ma non pu permettersi il lusso di rinunciare al lavoro. Il marito disoccupato dallinizio dellintifadah, ha tre bambini ancora in tenera et. Della sua famiglia fanno parte anche i suoceri: tutti dipendono dal suo lavoro, come succede anche in altre famiglie: solo la donna pu lavorare; per gli uomini gli spostamenti sono ancora pi difficili, specie quando devono passare i check points. Per arrivare al lavoro in tempi ragionevoli, Siham lascia la sua casa molto prima del sorgere del sole; alla suocera affida i bambini, ringraziando Dio di averla con s. Il tratto di strada che deve percorrere non lungo, ma reso difficile e quasi impossibile dalla presenza di tre check points dellesercito israeliano. Per passare da un villaggio allaltro (nella propria terra) necessario che i Palestinesi abbiano il permesso di Israele, che Siham riceve su richiesta del Baby Hospital. costretta ad usare tre mezzi di trasporto: con il primo percorre un tratto palestinese, fino al primo check point, con il secondo percorre il tratto che sotto il controllo di Israele fino al secondo chek point, con il terzo arriva al check point di Betlemme. Ad ogni check point deve percorrere un tratto di strada a piedi, spesso faticoso, e poi aspettare il controllo in fila, con un tempo pi o meno lungo a seconda dellumore dei soldati con cui ci si imbatte: ma fino a qui tutto pu risultare perfino sopportabile: il trattamento umiliante dei soldati che pesa maggiormente a Siham, e solo perch palestinese. Se dovesse minimamente reagire, sarebbe trattata ancora peggio. Sa che le conviene stare zitta. Lumiliazione, questa intollerabile! Siham arriva al Baby Hospital esausta. Solo lamore per i suoi bambini le d la forza di continuare ogni giorno questa vita.

 

2.- Della fatica di passare da un villaggio allaltro

         Ne abbiamo fatto esperienza diretta nel nostro tour a Nahalin, 15 Km in tutto, ma cos pieno di peripezie da darci la sensazione di un viaggio avventuroso. Nahalin un piccolo villaggio di povera gente, il cui destino sembra quello di non avere mai prospettive di un futuro migliore. Da ventanni, un team di quattro operatori del Baby Hospital raggiunge tra imprevisti di ogni genere quel villaggio dove gestisce un ambulatorio e un centro di auto per le mamme, in un edificio che apparirebbe del tutto grigio e squallido se gli si togliessero i coloratissimi posters. Ma in questi giorni le cose sono cambiate e i capi del paese hanno messo a disposizione del team un nuovo edificio, pur di continuare ad avere la piccola clinica del Baby Hospital: un risultato significativo di una decennale, paziente, presenza. Linaugurazione della piccola clinica porta una goccia di novit a tutto il villaggio, che da anni quasi tagliato fuori dal mondo degli esseri umani; nello stesso tempo, a noi, tra gli invitati donore, viene dato di intravedere (appena intravedere) che cosa significa oggi, a tre anni dallinizio della seconda Intifadah, recarsi a Nahalin.

         Il continuo cambio di mezzi di trasporto, dovuto allassurda mescolanza di zone palestinesi attraversate da zone sotto il controllo israeliano, i tratti di strada a piedi, tra terreni accidendati e quasi impossibili, i controlli dei soldati, che sono ragazzini sempre terrorizzati allidea di trovarsi vicino ai palestinesi, danno al nostro tour unatmosfera che tocca il tragicomico. Siamo una delegazione di europei e palestinesi, soggetti tutti agli ossessionanti, abituali controlli, compresa l umiliazione di essere guardati, fissati con laria di chi si crede in potere della tua vita: lumiliazione che vuole farti sentire un verme. Lultimo check point risulta il pi interessante: Qualcuno tra voi palestinese? la domanda cruciale, alla quale noi europei rispondiamo con un no solenne e sonoro; il resto della delegazione, tutti palestinesi purosangue dentro e fuori, sta zitto: non essendo muniti di permesso, sperano che il nostro no sia valido anche per loro. La tensione dei controlli ci fa sudare e lo sguardo fisso dei soldati ci infastidisce. Dopo vari, complicati consulti, i soldati ci informano che siamo liberi di passare. Tiriamo un sospiro di sollievo e ci accorgiamo di ridere e ridere, finalmente liberi! Qualcosa non ha funzionato, oggi! I soldati devono aver preso un abbaglio, o sono stati presi da piet.

         Il ricordo di quanto abbiamo visto a Nahalin ci rimane nellanima assieme a tanta amarezza. Chi ha frequentato questo villaggio fino a cinque-sei anni fa non riesce a dimenticare la bellezza delle colline che gli stavano di fronte, con il loro verde e il profumo di zatara; le donne del villaggio erano solite recarsi a Gerusalemme con fasci di erbe sulla testa e venderle al suq : era una maniera di guadagnarsi il pane quotidiano e di spendere la giornata con le amiche nel vocio festoso della citt. La gente amava le sue colline cos preziose e la vita scorreva semplice e libera. Oggi molte cose siono cambiate: un reticolato altissimo separa il villaggio dalle sue colline e un insediamento ebraico sta crescendo a dismisura nelle immediate vicinanze, togliendo al villaggio tutta la parte pi alta, la pi ventilata e la pi bella. Nahalin rimasto stretto tra linsediamento da un lato e il fino spinato dallaltra. Anche la strada principale che conduce al villaggio ha suscitato lappetito degli abitanti dellinsediamento che hanno deciso che deve appartenere a loro: infatti, molestano i passanti e lanciano sassi Dicono che quella strada sar presto destinata a loro e per gli abitanti del villaggio sar costruita unaltra strada, pi in basso, solo per loro, con il contributo della Francia (!). Lisolamento a cui condannato il villaggio costringe gli abitanti a vivere quasi da sottosviluppati, nel caos perenne, tra la polvere e le immondizie, tra costruzioni grigie lasciate a met, che non vanno mai a termine, che contrastano disgustosamente con le case bianche dai tetti rossi, gli spazi verdi e la geometria perfetta del nuovo insediamento ebraico. Impediti dalluscire dal villaggio, gli abitanti di Nahalin non vivono assillati dallansia della vita moderna e dagli impegni di un lavoro regolare; non serve essere assillati per un lavoro che non cՏ. Il giorno dellinaugurazione gli uomini di Nahalin sono tutti presenti alla cerimonia, (le donne sembrano escluse) e si dimostrano orgogliosi dei servizi del Baby Hospital; noi per lo siamo un po meno: le condizioni di vita del villaggio non migliorano e la mancanza di libert chiude anche gli abitanti di Nahalin in una prigione, una delle tante che oggi costituiscono la Palestina.

 

3.-  Molte cose sono cambiate anche per Hend

         Hend una bambina, grazioso scricciolo del Baby Hospital, che a motivo della sua strana malattia non pu ritornare presso la sua mamma a Gaza. Oggi Hend ha quasi quattro anni e vive nella casa famiglia del villaggio SOS a Betlemme. I tentativi di farla ritornare presso la sua mamma a Gaza sono falliti: Hend sarebbe rimasta priva di cure, e la sua vita troppo importante per rischiare cos tanto. Sono falliti anche i tentativi di ottenere da Israele il permesso che la mamma possa venire da Gaza a Betlemme per vedere la sua bambina: la politica viene prima dei sentimenti umani. Era importante comunque trovare per Hend una casa con qualcuno che le facesse da mamma, in attesa di tempi migliori in cui poter crescere vicino alla mamma vera.

         E finalmente la casa fu trovata, in Betlemme, e lo scricciolo fu nelle condizioni di lasciare per brevi periodi il Baby Hospital. Prima della sua solenne partenza fu organizzata una grande festa per Hend, che per una volta ancora si sent regina, ricolmata di amore e di cure. Nella gioia della festa, per, a Sr. Renata spuntava qualche lacrima, subito asciugata, e anche se non troppo in pubblico, anche alle infermiere. Hend si trov a suo agio abbastanza presto nella nuova casa. Continu a rivedere il Baby Hospital per controlli di routine, e il Baby Hospital continu ad assicurarle dalla Svizzera il latte speciale di cui aveva bisogno. Oggi, a distanza di vari mesi dallingresso nella nuova casa, Hend molto cresciuta. I brevi periodi in cui avrebbe potuto rimanere fuori dallospedale sono diventati lunghi periodi; di latte speciale ne ha bisogno sempre meno e si sta abituando ad ogni tipo di cibo; le rare volte in cui viene accompagnata allospedale si fa vedere grande e non piu` bisognosa delle cure delle infermiere, anzi, fa capire di non aver nulla a che fare con loro, solo lancia mezzo sorriso a sr Renata e dimostra di voler tornarsene presto a casa. La cosa pi bella per noi vedere Hend felice.

 

4.- Il trattamento umiliante del check point

         Non viene risparmiato neppure a noi, anche se non siamo palestinesi. sufficiente venire dalla direzione di Betlemme per essere sospettati di terrorismo. Spesso siamo costrette ad aspettare anche unora e mezza, e pi, (e sotto il sole cocente nei mesi caldi), in fila come tanti altri prima di poter varcare il confine che ci apre la strada per Gerusalemme. Possiamo avvicinarci solo quando i soldati ce lo consentono con un gesto del braccio o con la pila se buio. Al minimo gesto di impazienza ce la fanno pagare, costringendoci ad aspettare ancora di pi; se chiediamo spiegazioni del ritardo, ci viene detto che sono loro a fare le leggi. A volte i soldati pi giovani appaiono lividi dalla paura, strafottenti, e a noi fanno una gran compassione; spesso parlano solo lebraico e la comunicazione difficile; a volte non sanno nemmeno quali sono le pagine piu importanti del passaporto, e dobbiamo aiutarli.

         Di fronte a queste cose la capacit di sopportazione che ci viene richiesta piuttosto alta, e lirritazione ci prende fino in fondo, ma tutto questo lo dimentichiamo molto velocemente quando vediamo, a qualche metro pi lontano da noi, una fila di giovani con la faccia al muro e le braccia alzate: sono coloro che tentano di uscire da Betlemme per andare a cercare lavoro, come erano soliti fare in passato, perch di lavoro a Betlemme ce nՏ poco: ma per uscire ci vuole uno speciale permesso di Israele, e Israele lo da solo a pochissimi palestinesi di et matura. Nel vedere queste cose ci sentiamo rabbrividire: colpevoli di voler andare a guadagnarsi il pane, dopo ore di fermo sotto il sole, sotto la minaccia dei fucili, quei giovani pagheranno con grosse multe ed anche con la prigione. E se ci capita di identificare tra quei giovani un volto a noi conosciuto, il nostro disagio interiore si fa ancora pi profondo.

 

5. - Gettare piccoli semi di speranza e di pace in un campo di odio

         Pu sembrare inutile e richiede grande coraggio: lodio pu soffocare facilmente le nuove pianticelle. Nonostante tutto, cՏ qualcuno che tenacemente continua a gettare semi di speranza e di pace e che osa porre degli interrogativi ai sistemi della forza e dellodio reciproco, a costo di pagare di persona.  

         In Israele 1184 giovani rifiutano di prestare il loro servizio come soldati nei Territori Palestinesi perch contrari alloccupazione israeliana.  

         Nel settembre scorso, dopo la morte di un gran numero di civili durante il bombardamento su Gaza, 27 piloti israeliani si rifiutano di partecipare agli attacchi aerei su zone palestinesi popolate, qualificandoli come illegali e immorali. Il loro rifiuto viene definito come un cancro che deve essere subito estirpato per non diffondersi.       

         Un sergente si rifiuta di prestare il suo servizio presso i check points, convinto che essi sono soltanto mezzi di repressione e punizione collettiva. Affronta il processo e viene condannato a 28 giorni di prigione.      

         Un ex capo dello Shin Bet (Servizi di Sicurezza Israeliani) mette in guardia Israele dal combattere il terrorismo umiliando i Palestinesi: Siamo diventati occupanti professionali, non prestando nessuna attenzione a ci che sta succedendo dallaltra parte non cՏ nessun motivo per obbligare la gente a spogliarsi ai check points o per bloccare unambulanza che trasporta una donna sul punto di partorire. Siamo due popoli che vivono nella stessa terra, e se non impariamo ad avere fiducia luno dellaltro, qui ci sar solo il caos. ?               

         Un gruppo di famiglie Israeliane e Palestinesi che hanno perduto un loro caro a motivo della violenza, stanno cercando di mettersi in contatto con le scuole per iniziare a promuovere riconciliazione e non violenza. ?        

         Un pianista israeliano coltiva un progetto: unorchestra per Ebrei ed Arabi. Quando nellestate scorsa il pianista israeliano Daniel Barenboim venne a Ramallah e suon per i Palestinesi nellaudiutorium mezzo distrutto dai missili, gli spettatori si deliziavano della sua musica e la commozione appariva su tutti i volti. Dopo aver suonato un pezzo di Mozart con un pianista arabo, Barenboim, commosso anche lui, spieg il motivo della sua presenza in quellauditorium: promuovere libert per i Palestinesi, uguaglianza e fraternit tra Palestinesi e Israeliani. In questo tempo in cui sono pi necessari i ponti che i muri, la musica ha il potere di creare armonia superando divisioni e conflitti in noi e tra di noi. Costituire unorchestra, e specialmente unorchestra, significa costruire ponti. Ai giovani e a tutti quelli che hanno il coraggio di gettare semi di pace: ammirazione e gratitudine!

 

6.- Dossier a cura di fra Oscar Mario da Betlemme

         Carissimi, eccomi di nuovo con voi a condividere qualche sprazzo della nostra quotidianit in Terra Santa. Nei giorni scorsi ho condiviso con voi due brevi esperienze riguardante la realt del checkpoint (posto di blocco, frontiera: la realt non cambia anche se si cambia il nome) della citt dove nato Ges: Betlemme. Mi sembra giusto, a questo punto, proporvi la testimonianza diretta di altri frati e suore che vivono da pi tempo di me in Terra Santa. La maggior parte delle testimonianze che seguiranno nelle prossime settimane possono anche sembrare pi o meno lontane cronologicamente nel tempo, in realt riflettono benissimo delle situazioni ancora tristemente presenti in Terra Santa.

         A causa delle durissime misure militari imposte dallesercito israeliano di occupazione dallinizio della seconda Intifada i territori palestinesi occupati sono sullorlo di una catastrofe umanitaria. Non usa eufemismi diplomatici Jean Ziegler, relatore speciale per il diritto allalimentazione dellAlto commissariato Onu per i diritti umani. Bambini denutriti cui viene negato il diritto al cibo e allacqua che dovrebbe essere garantito dalla Potenza occupante, cio Israele, il cui esercito, al contrario, distrugge alberi da frutta, coltivazioni, impianti idrici, impedisce la mobilit e, con la costruzione del muro, esclude di fatto la possibilit nel futuro della nascita di uno Stato palestinese. La sicurezza dei cittadini dIsraele, aggiunge il relatore, ovviamente da salvaguardare, ma le misure prese dalle autorit dello Stato ebraico nei Territori occupati sono sproporzionate, hanno punito nella sua totalit la popolazione a causa delle azioni di alcuni dei suoi membri.

         Sono un frate minore italiano che vive e studia a Betlemme, citt in territorio palestinese. Ieri tornando da Gerusalemme la solita fila sotto il sole in attesa del controllo passaporti. Lo scenario lo stesso di sempre: strade impraticabili, polvere, soldati armati fino ai denti, jeep, buldozer e ruspe (o per distruggere case o per costruire muri di divisione)... davanti a noi solo tre auto, eppure abbiamo dovuto aspettare pi di venti minuti. In fin dei conti diventa tutto un gioco psicologico: perde colui al quale saltano i nervi per primo... vicino a noi un gruppo di uomini arabi in attesa, sempre sotto il sole, di essere interrogati da una funzionaria di polizia giovanissima (vestita come una ragazzina e con una pistola infilata tra la schiena e il jeans) in una specie di ripostiglio. Vi lascio quindi immaginare a quale umiliazione erano sottoposti questi uomini.

         CՏ ben poco da commentare: il muro stato iniziato da poche settimane e si trova allingresso di Betlemme subito dopo il checkpoint di entrata principale. Le lastre sono alte 8 metri. La sezione costruita per ora lunga alcune centinaia di metri.    

         Ormai il tristemente famoso muro di separazione una tristissima realt anche nella citt dove nato il nostro Salvatore Ges Cristo: Betlemme. Da qualche giorno nei pressi del check-point principale di ingresso visibile una sezione in cemento armato; nella zona si trovano un piccolo monastero delle suore dellEmmanuel e il Baby Caritas Hospital gestito dalle suore francescane elisabettine. Ieri mattina ho parlato con la loro superiora e mi diceva che venerd scorso la tensione era davvero alta.

         Inoltre continuano le limitazioni di movimento. Sempre le elisabettine venerd pomeriggio volevano partecipare alla via crucis a Gerusalemme, ma lesercito ha impedito loro di uscire! Ieri quattro miei compagni chierici sono andati a Gerusalemme, ma da nessuno dei check-point stato possibile uscire e cos hanno dovuto prendere chiss quale strada tra le montagne... insomma non proprio la cosa pi tranquilla e sicura di questo mondo... oggi pomeriggio dovrebbero tornare, nella speranza che trovino un varco per rientrare a casa.

Bene mi sembra di avervi stancato abbastanza... vi scrivo queste storie perch ci possono aiutare ad apprezzare tanti dono che Dio ci fa quotidianamente.

 

                                                           In Cristo e Francesco fr. oscar mario

(Notizie ricavate dal sito www.giframinori.org/ - Speciale Terra Santa)