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  1.- La Colletta del Venerd Santo per le necessit della Chiesa che vive in Terra Santa
I Sommi Pontefici, a cominciare da Leone XIII, hanno stabilito che il Venerd Santo di ogni anno venga celebrata, in tutto il mondo cattolico, una Colletta a favore delle necessit della Chiesa che vive in Terra Santa.

    La prossima sar il 9 aprile 2004.

 

    Ripartizione della Colletta

 I vescovi residenziali consegnano i frutti della Colletta agli 82 Commissari di Terra Santa, distribuiti in 44 nazioni. Questi fanno pervenire le somme ricevute alla Custodia di Terra Santa, a Gerusalemme, che fa laseguente ripartizione: il 35% va alle Chiese Cattoliche Orientali: melkita,armena, siriaca, maronita... Di questo 35%, una parte versata al Patriarcato Latino di Gerusalemme. Il 25% va alla conservazione e ai restauri dei Luoghi Santi: 74 santuari, 5 basiliche, 60 chiese, 43 cappelle... Il 40% va alla missione pastorale, educativa e sociale della Chiesa in Terra Santa: 22 parrocchie, 17 centri sociali, 16 scuole e collegi, 2 orfanotrofi, 8 laboratori femminili, 3 laborator per mestieri, 7 colonie per vacanze, 3 dispensari, 1 scuola biblica, 1 centro di studi orientali, 1 centro cristiano di informazione.

La Colletta ha anche lo scopo di sostenere i cristiani che vivono in Terra Santa. Su una popolazione di 9 milioni, che abita Israele e Palestina, essi sono 180.000 (il 2% circa dellintera popolazione). Per arrestarne lesodo, la Custodia Francescana di Terra Santa, usufruendo di parte delle somme raccolte con la Colletta del Venerd Santo, costruisce case che passa loro gratuitamente o in affitto simbolico.

 

2.- Lopera dei Francescani per frenare lesodo dei Cristiani dalla Terra Santa

Ci che pi rattrista oggi, in Terra Santa, lesodo dei cristiani. Se il fenomeno non si arrester, essi finiranno per essere, in breve tempo, una minoranza quasi insignificante in seno alla popolazione locale.

Sono molte le ragioni che contribuiscono alla loro emigrazione: la mancanza di abitazioni, di lavoro, di sicurezza... Il loro futuro e quello dei loro figli si fa sempre pi incerto.

I Francescani di Terra Santa non sono indifferenti di fronte a questa

situazione. Con le parole e con lesempio cercano, anzitutto, di far capire ai cristiani di Terra Santa quanto sia essenziale, per la Chiesa universale, la loro presenza di credenti nella terra di Ges.

Ma soprattutto essi cercano di venire incontro ai cristiani di Terra Santa in modo concreto, memori delle parole di Ges ai suoi discepoli: Date loro da mangiare (Lc 9,13). Hanno dato vita, a tal fine, a diverse niziative: la distribuzione di vinery e medicinal a centenarian di famiglie, scuole gratuite, borse di studio per universitari, creazione di posti dilavoro nei centri sociali per venire incontro a tanti operai disoccupati, ma soprattutto la costruzione di case.

E dal secolo XVI che i figli di San Francesco costruiscono case per consentire al cristianesimo di avere radici stabili in Terra Santa. Essi sono giustamente convinti che, assieme ai Santuari, va conservata la presenza in Terra Santa delle pietre vive che sono i cristiani.

Alla costruzione d case stato dato un nuovo impulso negli ultimi anni: a Betfage, a Betania, a Beit Jala. Un particolare riguardo si avuto per Betlemme. I cristiani della citt di Davide, oltre alle conseguenze disastrose che ha rappresentato per essi lassedio della Basilica della Nativit, sono posti oggi davanti ad una gravissima crisi economica. La disoccupazione salita al 70-80%. Israele inoltre, al fine di consentire il pellegrinaggio degli ebrei alla tomba di Rachele, che si trova vicino a Betlemme, sta costruendo nei pressi di questa tomba un muro che accentuer ulteriormente lisolamento dei betlemiti.

Non cՏ dubbio che la costruzione di case a Betlemme ( previsto un villaggio con circa 30 appartamenti, che saranno destinati soprattutto a giovani coppie) offrir una ragione di speranza a questi nostri fratelli e sorelle nella fede.

Per tutte queste iniziative, i figli di S. Francesco contano sulla Provvidenza che mai venuta meno.

 

3.- Israele riconosce Irineos I

Nel gennaio 2004 il governo israeliano ha ufficialmente riconosciuto Irineos I, nuovo patriarca greca-ortodosso di Gerusalemme.

In realt, il presule era stato eletto due anni e mezzo fa, ma inizialmente non era stato accettato perch giudicato troppo filo-palestinese.

Quella greco-ortodossa la pi numerosa comunit cristiana di Terra Santa.

 

4.- Dallo scoppio della seconda Intifada (settembre 2000) sino al gennaio 2004 sono morte 3.700 persone in scontri ed attentati.

    Da quando, nel settembre dei 2000, dopo la provocatoria passeggiata di Sharon (attuale Primo Ministro di Israele) alla Spianata delle Moschee, scoppiata la nuova Intifada palestinese, il bilancio totale di scontri, attentati, rappresaglie ed attacchi militari di circa 3.700 morti, tra I quali 2.775 palestinesi e 923 israeliani.

Tra i palestinesi, almeno 450 erano minorenni e 126 quelli uccisi in attentati mirati, che hanno provocato anche la morte di altre 85 vittime innocenti.

Tra gli israeliani, sono 376 civili e 77 militari le persone cadute allinterno dei confini dello Stato dIsraele, mentre gli altri sono morti nei Territori occupati.

Nei 40 mesi di conflitto, circa 38.500 persone sono state ferite: 12.550 in Gaza e 26.000 in Cisgiordania.

Attualmente, risultano circa 7.400 i palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.

 

5. - Il perdurare dei conflitto israeliano-palestinese ha inferto un duro colpo alleconomia dei due paesi.

Nei Territori palestinesi la situazione economica prossima al tracollo. Il tasso di disoccupazione salito al 67% a Gaza e al 48% in Cisgiorsdania. La chiusura dei Territori comporta perdite che si aggirano tra i 6 e gli 8,8 milioni di dollari al giorno. Il 70% delle imprese palestinesi ha cessato lattivit o ridotto la produzione. Tre quarti dei palestinesi vivono al di sotto della soglia di povert (2 dollari algiorno).

La situazione in Israele non migliore: il tasso di disoccupazione ha superato per la prima volta il 10%. In netto calo gli investimenti stranieri passati da 11,5 miliardi di dollari nel 2000 a 3,8 nel 2003. Si calcola che lIntifda sia costata oltre 9 miliardi di dollari alla gi penalizzata economia israeliana.

 

6.- Le gravi conseguenze della costruzione dei muro di separazione tra Israeliani e Palestinesi

In questi ultimi tempi un nuovo ostacolo alla pace si aggiunto al contesto di violenza, nel quale immersa la Terra dei Signore: la costruzione dei muro di separazione tra Israeliani e Palestinesi.

Questo progetto, gi realizzato per pi di 150 km alla fine dei 2003, avr delle gravi conseguenze anzitutto per i Palestinesi. Molti di essi troveranno estremamente difficoltoso andare ai loro luoghi di lavoro, ai loro ospedali o alle loro scuole perch, nei loro spostamenti, dovranno sottoporsi a minuziosi controlli. Molti palestinesi cristiani, poi, finiranno per restare isolati e non potranno pi visitare liberamente Gerusalemme o Nazaret, come stato fino ad ora. Ne seguir una loro perdita di contatto con le radici della loro fede.

La costruzione dei muro si ripercuoter negativamente anche sui pellegrini. Sar per loro meno facile, o per lo meno disagevole, visitare non solo Betlemme, ma anche Betania, Emmaus, Gerico, perch posti al di l dei muro.

Ma, soprattutto, la costruzione del muro di separazione, oltre ad accrescere la miserla dei Palestinesi, amplier il fossato di odio e di violenza fra Israeliani e Palestinesi. Indubbiamente, pi che legittimo il desiderio di Israele di provvedere alla propria sicurezza. La costruzione dei muro pu dirsi la soluzione migliore? Molti ne dubitano, a cominciare dal Papa che ha detto che oggi, in Terra Santa, pi che mai necessario che si costruiscano ponti e non muri.

 

7.- Il muro di separazione tra Israeliani e Palestinesi: la voce dei Papa, del Card. Etchegaray, del Nunzio Apostolico, del Custode di Terra Santa.

    1.- La voce del Papa

Il Papa ha chiaramente disapprovato la costruzione dei muro. Esso un ostacolo sulla via della coabitazione pacifica. Oggi la Terra Santa ha bisogno pi di ponti che di muri di separazione.

    2.- La voce del Card. Etchegaray

In occasione dellordinazione episcopale dellabate di Abou Gosh, il P. Gian Battista Gourion, il 9 novembre scorso, il Card. Etchegaray ha denunciato questo intollerabile progetto con le seguenti parole: In tutto il paese, una barriera di separazione lunga gi 150 km, designa inesorabilmente una geografia di apartheid che eccita pi che frenare la violenza, lacerando un tessuto umano con delle gravi consequenze sociali, economiche, educative e sanitarie.

Il muro molto pi alto di quello di Berlino. Si protrae, per una parte, allinterno dei territorio palestinese. A Gerusalemme, attraversa anche dei quartieri arabi. Permette cos lannessione supplementare di pi di 100.000 Palestinesi, senza concedere loro n i diritti dei cittadini israeliani n quelli dei residenti di Gerusalemme.

    3.- La voce del Nunzio Apostolico

Il Nunzio Apostolico, Mons. Pietro Sambi, ha dichiarato: Sconfinando, con  il suo muro di separazione, sulle propriet della Chiesa Cattolica, il governo.. viola palesemente lAccordo Fondamentale sottoscritto il 30 dicembre 1993 fra Santa Sede e Stato di Israele.

Accaparrandosi colline e campi di ulivo, questa barriera taglia in due dei villaggi, delle propriet appartenenti ai Francescani, alle Suore della Carit di S. Vincenzo de Paoli, al convento delle Suore Benedettine dellEmmanuel.

Il recinto che accerchia Betlemme minaccia di dividere la citt in due.

Esso isola 700 famiglie, di cui la maggior parte sono cristiani palestinesi.

Queste famiglie e le religiose saranno tagliate fuori dai loro luoghi di lavoro, dai loro commerci, istituzioni e chiese.

    4.- La voce del Custode di Terra Santa

I Francescani della Custodia di Terra Santa osservano. a loro volta, con grande preoccupazione il muro di calcestruzzo che deve coprire una distanza di 350 km, che il governo israeliano sta erigendo per proteggersi dai

terroristi palestinesi.

Il Custode di Terra Santa, P. Giovanni Battistelli, ha dichiarato:

Questo muro, che Israele sta costruendo da mesi, passa attraverso delle nostre propriet a Betfage e in altri luoghi. A Betfage, noi costruiamo degli alloggi per le famiglie cristiane al fine di frenarne lemigrazione. I religiosi contano sullaiuto di avvocati per giungere ad una soluzione equa.

Ma noi siamo pessimisti. Se si continua a demolire le case dei nostri vicini, che speranza possiamo avere di recuperare nostri terreni?

 

8.- La Popolazione di Israele: ultime statistiche

Secondo le ultime statistiche, Israele ha una popolazione di 6.631.000 abitanti. Nel 1948, anno della proclamazione dellindipendenza, essa era solo d 650.000. Al massiccio incremento ha contribuito il ritomo  in Israele di molti ebrei della diaspora.

La popolazione musulmana cresciuta, dal 1948 ad oggi, del 34%, lebraica dell1,4% e quella cristiana dell1,3%.

La vita media dei maschi di 77,3, mentre quella della femmine di 81,2. Ci spiega il maggior numero di donne rispetto a quello degli uomini.

Il nome pi popolare Daniele.

Oggi il 91% della popolazione vive in aree urbane.

 

9.- I bigliettini di carta del Muro del Pianto

Due volte allanno, per la Pasqua e per la festa dello Yom Kippur, I rabbini incaricati del Muro del Pianto raccolgono i bigliettini di carta indirizzati a Dio.

Questi bigliettini dei fedeli, non solamente ebrei, non si distruggono; vengono estratti dalle fenditure delle pietre per finire in un archivio, nel quale si conservano gli oggetti di culto deteriorati.

 

10.- Testimoni di attentati

Da una indagine della Universit di Tel Aviv, promossa dallo psichiatra Avi Blij, risulta che il 16% degli israeliani sono stati testimoni di un attentato da quando esplosa la seconda Intifada (settembre 2000). Il 37%, invece, ha un familiare o un amico che ha assistito ad un atto di crudelt.

La vittima di uno di questi attentati ha rivelato che da allora ha cambiato vita. Non esce di casa e si chiuso in se stesso: Non dormo, mi spaventano i luoghi chiusi e tutto ci che fiuto mi ricorda lodore della polvere esplosiva.

Ci sono, poi, degli israeliani che soffrono di sindromi minori: depressione, tristezza e turbamenti durante il sonno. Costoro costituirebbero il 76% della popolazione.

 

11.- I negoziati fra Israele e Santa Sede per la restituzione della Sala Superiore del Cenacolo ai Francescani di Terra Santa in una intervista di Padre David Jaeger, portavoce della Custodia di Terra santa

I negoziati per la restituzione del Santuario sono ufficialmente in corso.
Sarebbe corretto dire che la Chiesa si aspetta da Israele un atto di generosit che sarebbe grandemende apprezzato.

I Francescani sono i legittimi proprietari del Santuario. Fu loro tolto dagli Ottomani e poi dato ad Israele nel 1948. La sua restituzione non costituirebbe un sacrificio per lo Stato dIsraele e noi speriamo che ci si verifichi presto.

Quest negoziati fanno parte dei colloqui per un generale accordo sul patrimonio e le questioni fiscali ancora pendenti, da pi di mezzo secolo, fra la Chiesa Cattolica e lo Stato dIsraele.

 

12.- Muri e posti di controllo

Nessuno riesce ad intervenire per le in balia della forza militare di Israele. Gli stessi governanti della Palestina non se ne curano. Tutta la pressione esercitata a livello internazionale, tutte le voci contro lingiustizia non sono sufficienti per fermare la politica di repressione nei confronti di una popolazione indifesa. LEuropa e le organizzazioni umanitarie continueranno a mantenerli li renderanno mendicanti per sempre.

Privi di un lavoro dignitoso, di qualsiasi interesse che apra i loro orizzonti, i giovani palestinesi si nutriranno sempre pi di violenza; I padri di famiglia continueranno a fare i disoccupati e le donne avranno una gravidanza dopo laltra; la vita si ridurr ad una prigione i cui prigionieri, con la loro rabbia, faranno sempre pi paura ad Israele, per cui sempre nuove restrizioni saranno necessarie. Questo sembra essere il futuro di Betlemme e di tutte le altre citt palestinesi. Non solo. I numerosi posti di controllo impediscono alla popolazione di muoversi liberamente da un villaggio allaltro perfino allinterno del territorio palestinese stesso: le normali relazioni sociali e famigliari si spezzano; gli agricoltori non possono raggiungere i loro campi e i loro raccolti: le olive cariche di olio prezioso rimangono a marcire.  Lappello dei Palestinesi continua, ma la lotta della formica contro lelefante! Il mondo che conta non appoggia le loro lotte: Noi vi chiediamo di impedire ad Israele di attuare il suo brutale, espansionistico progetto di annettere la zona della Tomba di Rachele e le terre circostanti e di chiudere lentrata principale della nostra citt che collega Betlemme con Gerusalemme, soffocando la nostra citt e impedendo il flusso dei pellegrini e dei turisti in Betlemme.

Ma chi ascolter i loro appelli? A Betania si vede anche di peggio: hanno chiuso gli abitanti tra alte, intricate cinta di blocchi di cemento da farli sembrare galline nel pollaio.